lunedì 3 marzo 2025

 

THE BRUTALIST

 

Una occasione per riflettere sugli architetti e l’architettura

E’ uscito da poco in Italia il film “The brutalist” del regista Brady Corbet, un film lungo quasi 4 ore ma non pesante https://it.wikipedia.org/wiki/The_Brutalist . L’aspettativa era quella di vedere raccontare il processo creativo di questa corrente dell’architettura del secondo dopoguerra ma in effetti il film allora avrebbe dovuto chiamarsi Brutalism. La corrente architettonica che utilizzava ampiamente il calcestruzzo a vista, il “beton brut” che ha dato il nome alla corrente artistica. https://it.wikipedia.org/wiki/Brutalismo

Il protagonista del film: l’architetto László Tóth è un personaggio inventato interpretato da Adrien Brody (premio Oscar come migliore attore protagonista), così come la famiglia Lee Van Buren che rappresentano i magnati industriali e mecenati committenti.

Il film mette in luce comunque alcuni aspetti “brutali” dell’operare in architettura.

L’”archistar” nel lungo processo della realizzazione di un’opera architettonica vive solo per il suo lavoro, passano in secondo piano la famiglia, gli amici e altri aspetti della vita sociale, esiste solo l’architettura, e la propria architettura, quella dei colleghi, per invidia, gelosia o egocentrismo non è mai meritevole, quando va bene è mancante di qualche cosa.

L’altro aspetto critico che il film vuole rappresentare, forse il centro della tematica è il rapporto architetto e il committente.

L’architettura è una espressione artistica più vicina al concetto greco di “techne” che comprende il saper fare. Dipende fortemente dalle risorse economiche del committente e mecenate per cui è sempre stata una “ancella del potere”. A servizio del potente di turno non solo per la monumentalità. Dai faraoni, al potere politico dei greci, dei romani, della chiesa, degli imperi nazionali fino al capitalismo famigliare che sono i coprotagonisti del film. Nella realtà di questo periodo storico si pensi al ruolo di famiglie come i Guggenheim, i Rockefeller, i Lehman Brothers, sia per quello che hanno realizzato e anche per i lasciti che si possono ora ammirare alle National Gallery di New York e di Washinton. I poteri forti delle oligarchie e dittature sono stati importati committenti, si pensi all’interesse di Le Corbusier nei confronti di Mussolini e di Stalin che riteneva potessero essere in grado di realizzare le sue proposte urbanistiche. Gli stati democratici sono sempre stati un po’ in affanno, tranne forse la presidenzialista e centralista Francia.

I committenti attuali sono le grandi società capitaliste impersonali e globali oltre alle oligarchie arabe, ma anche gli studi di architettura sono ormai oltre la dimensione personale.

L’architettura più delle altre forme artistiche soffre del rapporto col committente, un’opera architettonica deve essere realizzata se no non esiste; è un’opera che è “abitata” affrontando non solo questioni tecniche realizzative, di linguaggio artistico ma anche sociali e di uso. Nel film László interrogato sul perché si è dedicato all’architettura dà la seguente definizione: "Non c’è descrizione migliore del cubo che la sua stessa costruzione." Interrogato il capitalista Harrison Lee Van Buren sullo stesso argomento afferma: "Per me è tutta una questione di collezioni. È come se ogni opera, ogni pezzo di bellezza, fosse un cimelio da esibire."

L’architetto è debole nei confronti del committente e si trova a difendere fino a sembrare maniacale la sua creazione, vive un forte senso di ansia da prestazione: “l’errore di un medico si seppellisce sotto terra, quello dell’architetto è sotto gli occhi di tutti”. Alla fine dell’opera l’architetto può sentirsi defraudato nella sua opera creatrice, dalla mancanza di risorse dagli errori di realizzazione dalle interferenze dell’impresa o del committente. Nel film la scena dello stupro è esagerata ed eccessiva come un passaggio dal “figurativo al realistico”.

Anche la conservazione delle architetture presenta aspetti specifici rispetto alle altre arti. Gli interventi e le modifiche, al di là delle operazioni di restauro, ma determinate invece da mutate esigenze di “abitare” in modo diverso gli spazi, causano la perdita dell’opera originaria. Si è parlato degli scorsi anni nelle operazioni di recupero di “contenitori architettonici”.

I cosiddetti “Maestri del movimento moderno” ma forse gli architetti in genere sono stati accusati di voler “disegnare la società” in realtà è la vita e la storia che danno senso all’architettura, anche reinventando e riusando le opere architettoniche.

La vicenda è inventata ma ci sono diversi riferimenti reali, la citazione della Bauhaus e della sedia di Marcel Breuer. Storicamente diversi esponenti di questa scuola faranno in tempo a lasciare la Germania nazista prima di subire la persecuzione e i campi di prigionia (Walter Gropius, Ludwig Mies van der Rohe avranno successo negli Stati Uniti) al contrario del protagonista e della sua famiglia.

Altri riferimenti architettonici ripresi sono i piloni “a fungo” di F.L. Wright (lontano dal linguaggio del brutalismo) pensati per creare ambienti luminosi e qui al contrario in un ambiente claustrofobico simile alla Basilica Cisterna di Istambul. Ci sono anche alcuni riferimenti alle architetture di Louis Kahn, più vicino agli altri citati all’architettura brutalista. Tra Kahn e László ci sono altre affinità: la provenienza dall’Est Europa, anche se Kahn, che si chiamava in realtà Schmuilowsky, lascia l’Europa prima dell’avvento del nazismo, entrami ebrei, entrambi arrivano in Pennsylvania, entrami con problemi fisici al volto, entrambi con complessi rapporti famigliari.

Alcuni intermezzi sulla Pennsylvania e su Filadelfia che in quegli anni erano la regione e la città più industrializzate degli Stati Uniti, con il riferimento alla produzione di acciaio sembrano riproporre il nesso tra sviluppo industriale e tecnologico e lo sviluppo dell’architettura del periodo tra le due guerre, a partire da Reyner Banham “L’architettura della prima età della macchina” del 1960 e che si ritrova anche nella “Storia dell’architettura moderna” di Leonardo Benevolo.

L’epilogo a chiusura del film ambientato in una Biennale di Architettura di Venezia del 1980 propone una lettura del linguaggio architettonico delle opere di László come influenzate dalle esperienze drammatiche vissute direttamente e dai suoi famigliari nelle persecuzioni naziste e nei campi profughi sovietici. È questa una lettura funzionale alla chiusura del film ma che non può essere assunta in generale per la corrente del “Brutalismo” sviluppata in altri contesti e con espressioni abbastanza diversificate seppure in presenza di volumi massicci come: l’Università di Cambridge di Stirling (1968) o gli edifici di Chandigarh di Le Corbusier (1951-1965) o ancora gli edifici per il Parlamento a Dacca di Kahn (1962).

Un’ultima suggestione, non so quanto azzardata. La scena dello stupro è ambientata al termine di una festa che si svolge all’interno di una grotta delle cave di marmo nella Alpi Apuane, strana ambientazione, le cave di marmo sono a cielo aperto come si vede poco prima nel film. La scelta narrativa potrebbe fare riferimento al “Mito della Caverna” di Platone. L’allegoria è utilizzata per riflettere sulla necessità della conoscenza della realtà per l’elaborazione del pensiero. La passione creatrice oltre a consumare l’artista gli offusca la visione della realtà? Il sapere, la sapienza, la conoscenza come si combinano nella “tèchne” dell’architettura?

Se dà da pensare si può dire che tutto sommato è un bel film.

 



sabato 28 settembre 2024

 


Da Bagnacavallo dal 21 al 25 settembre 2024

Quasi un resoconto a mo’ di dialogo

Sabato 21 settembre

Al posto comando avanzato di Traversara di Bagnacavallo.

-          Bene arrivati io sono Bonny e coordinerò gli interventi di Colonna Mobile Lombardia nei prossimi giorni.

-          Noi siamo i volontari di Monza e Brianza, 4 volontari della Avpc Rio Vallone con due mezzi: una autobotte da 6.000 litri con una motopompa a spinta collegabile con una manichetta e lancia ad alta pressione per lavaggio strade e un mezzo polisoccorso che chiamiamo 09.

-          Bene, due radio: una “Monza botte” e una “Monza2”, per il momento vi mettete in piazza del partigiano per rifornire di acqua i moduli AIB di Lombardia che ne avranno bisogno, io sono “PCA Lombardia” (PCAL)e quando mi sposto “mobile1”.

-          Avete per caso un generatore da prestarci? Perché non abbiamo ancora la corrente e il nostro non regge la idropulitrice.

-          Certo ma vi lascio il n di cell., appena avete finito ci chiamate e veniamo a riprenderlo.

-          Monza 2 avete una motosega?

-          Affermativo.

-          Bisogna ridurre un albero che è stato trasportato nel giardino di una villetta in fianco a dove siete voi e poi portare in strada tutto il materiale che l’alluvione ha depositato dietro la casa in modo che poi il “ragno” possa caricarla.

-          Copiato.

-          Te, hai fatto un bel lavoro qui sul cortiletto d’ingresso, se ti porto fuori le porte me le lavi?

-          Certo.

-          Ma da che parte della Lombardia venite? Non avete il nome del comune sui mezzi.

-          Provincia di Monza, paesini vicino a Vimercate, ma forse il paese più vicino che conosce. è Arcore.

-          Come no, il nostro caro Silvio, ma vi ha lasciato qualche olgettina in eredità?

-          Niente, niente

-          PCAL lavoro eseguito se passi vedi se va bene così.

-          Ok arrivo e vorrei farvi vedere un possibile intervento per domani, andiamo insieme per un sopralluogo.

-          Potreste piazzare la botte in fondo a via Traversara, continuare e rifornire i moduli e intanto ripulire i magazzini del “Vecchio forno”.

-          Ok però il cortile è ancora pieno di fango argilloso e molle, se scarichiamo altro fango lì ritorna indietro, ci serve che prima una pala ci liberi un po’ il cortile.

-          Non avete ancora un bobcat sul vostro 09?  😊

-          Sì, ce l’avevamo in sede ma sul Ducato è difficile farcelo stare. 😊 Poi il fango sarà circa 10 metri cubi da spalare a mano prima di cominciare a pulire, ci vorrà un po’ di tempo e spazio per metterlo.

-          Ok vi mando la minipala degli alpini al mattino e un po’ di volontari (in questo caso intesi come i cosiddetti “angeli del fango”) da utilizzare.

Domenica 22 settembre

-          Stanotte è stato tremendo, in 50 nella palestra, un concerto! Adesso due soli lavandini devo prendere il numerino per farmi la barba.

-          Modernizzati prenditi un rasoio a pile. Ma il gallo che ha cominciato a cantare alle 4?

-          È quello del vicino museo etnografico, anche se in un museo ci sta bene anche un gallo impagliato invece di uno vivo. Sentendo le imprecazioni di stamattina mi sa che prima della fine rischia.

-          Dovresti liberarci un po’ il cortile dal fango con la pala, stai attento al buco sulla sinistra che gli hanno appena risistemato l’allacciamento dell’acqua potabile.

-          È qui che ci hanno detto che c’è da spalare merda? Noi ci siamo, abbiamo le pale e i badili.

-          Dai all’opera allora che siamo quasi a metà e poi da dietro con la lancia cominciamo a lavare.

-          Sì, però si ferma di nuovo tutto il fango all’ingresso, ci vuole un mezzo per spostarlo

-          Provo un po’ con il badile a spostarlo.

-          Attento Fra che in quel punto c’era un buco che ora è stato coperto dal fango e non si vede.

-          Troppo tardi! CAVOLO LA RADIO! Menomale che non devo riconsegnarla a Nicola. Però funziona ancora.

-          Bona dai, abbiamo spalato tutto, noi andiamo da un’altra parte

-          Sì “ciccio” ma quella pala li è nostra, se cela porti via non riusciamo più a lavorare.

-          Ah, sì scusa non ho guardato, ho solo contato il numero.

-          Cosa facciamo, abbiamo pulito il magazzino gli puliamo anche la casa?

-          Con la lancia?

-          E, è tutta mattina che con la loro idropulitrice hanno fatto un locale, sti poveri cristi hanno comprato la casa e arredata di nuovo a marzo, hanno detto che sembrava un affare!

-          Antò! E piglia in mano sto tiraacqua che la protezione civile ci ha tolto il fango.

-          Dai proviamo con la lancia a pulire anche il pianoterra della casa.

-          Ma voi vi siete rifugiati al primo piano?

-          No, ci hanno evacuati il giorno prima, ho fatto in tempo a fare le valige per i vestiti, ma poi i mobili non c’era tempo per spostarli. Li ho persi tutti.

-          Ok dai, pulito anche questo, a turno, mentre stiamo qui a fare rifornimento ai moduli, andiamo a dare un occhio alla via di fronte, la “zona rossa”.

-          Hai visto che roba! Lo squarcio dell’argine, le case che stanno di fronte alla rottura mezze distrutte, quando ero lì che cercavo di capire qualche dettaglio tecnico delle costruzioni è arrivato il proprietario. Mi ha detto semplicemente “era casa mia”.

-          Chiama Bonny che l’intervento al vecchio forno è finito.

-          Ok ottimo lavoro se si pensa come era messo stamattina.

Lunedì 23 settembre

-          Colazione alla Casa del Popolo, pranzo nei locali della parrocchia sembra di essere tornati ai tempi di Don Camillo e Peppone. Dai dai andiamo a fare la colazione dai comunisti.

-          Tranquillo che ormai sei grande e grosso non ti mangiano più, preferiscono i bambini.

-          Quanto dobbiamo per la colazione?

-          Nulla, è passato il sindaco ha detto che la colazione ai volontari della Lombardia la paga il comune, devo solo prendere il numero

-          Grazie

-          Ma grazie a voi per tutto quello che fate.

-          Ok cominciate a pulire con la botte la via Traversa Dirani, poi una parte della piazzetta partigiano e magari la via partigiano se finiscono il movimento terra.

-          Quello che si riesce a fare perché il movimento mezzi continua.

-          Intanto continuiamo a rifornire i moduli che fanno i cortiletti, entro stamattina arriveranno anche i “track” da Como per accelerare i movimenti terra.

-          Monza botte dovremmo organizzare un punto lavaggio mezzi perché il fango intasa i cingoli e le parti oleodinamiche, lo organizziamo al cimitero, anche se lì c’è già una “kilolitrica” da 30.000 litri della “Idroambiente” che quella che fa la gestione della rete idrica dei comuni qui della zona.

-          Scusi, potrebbe spostare un po’ il suo mezzo così riesco ad organizzare anche il punto lavaggio mezzi che ci hanno chiesto di fare nell’angolo del parcheggio.

-          No, io non mi posso spostare, devo rifornire i VVF e i mezzi di Emilia-Romagna.

-          Solo un piccolo spostamento, per starci tutte e due, altrimenti non riesco a sfruttare a pieno la potenza dell’alta pressione.

-          No, io non mi posso spostare.

-          Minchia che stronzo, va be organizziamoci.

-          Oh! Sta finendo l’acqua nella botte, se dobbiamo andare a fare un altro pieno finiamo col buio il lavaggio mezzi, potremmo chiedergli un rifornimento al “simpatico” qui di fianco.

-          Dopo la discussione di prima io non glielo chiedo, vai tu che sei più diplomatico.

-          Ce la dà, ma ha detto che se non la consumiamo tutta potremmo dargliela indietro.

-          Ok sai perché? Facciamo rifornimento allo stesso idrante, loro caricano la cisterna da 30.000 litri con una manichetta da 45 ti rendi conto di quanto tempo ci vuole? Dicono che quello è l’unico modo di riempimento che hanno.

-          Insomma, anche stasera siamo gli ultimi ad andare via. Poi doccia, cena e il briefing per il lavoro di domani alle 21,30 in piazza del comune non so se facciamo in tempo.

-          Sono la funzionaria di Regione Lombardia, facciamo il punto della situazione qui sulla gradinata del monumento.

-          Grazie ragazzi per tutto quello che state facendo (un cittadino che passa).

-          Grazie, grazie ma paga da bere 😊.

-          Offro io dopo, è la mia prima esperienza da funzionario con il volontariato di Lombardia e siete fantastici proprio così come si dice in giro.

Martedì 24 settembre

-          Monza 2 ce l’hai un flessibile?

-          Affermativo.

-          Ci troviamo in piazzetta partigiani che ti faccio vedere un lavoro. Dovremmo liberare il parchetto da tutte queste macerie portate dall’alluvione, un intrico di lamiere coibentate della copertura di qualche edificio incastrate con alberi, ramaglie e altro ben di Dio

-          Ok mi organizzo piazzo il generatore per il flessibile, porto qui anche la motosega e cerchiamo di capire da dove cominciare, poi quando ho fatto un po’ a pezzi mi mandi il ragno per caricarli.

-          Monza botte ho bisogno il lavaggio del piazzaletto del CRAI, di un pezzo della via dei Carabinieri e di tutto il piazzale davanti alla chiesa dove spostiamo tutti i PCA: Emilia-Romagna, Lombardia e VV.F.

-          E poi? Se devo continuare a rifornire anche i moduli non ce la faccio, devo fare troppi riempimenti.

-          Ci siamo messi d’accordo con “Idroambiente” e rifornisce anche i mezzi di Lombardia.

-          Hai visto? Finalmente sono arrivati i bagni nell’area operativa, invece chissà come e cosa si mangerà per pranzo.

-          Si può sempre fare un salto alla “tenda rossa” sono tutte contente di darci da mangiare.

Mercoledì 25 settembre

-          Comunico che l’operatività della colonna mobile Lombardia termina il suo intervento questa sera, abbiamo fatto un ottimo lavoro, magari non riusciremo a concludere tutto quello che ci eravamo prefissati, ma stasera si finisce e domani mattina si parte.

-          Allora, Monza botte si concentra sul lavaggio di via e piazzetta partigiano, Monza 2 ho bisogno di ridurre un pino secolare trasportato dall’alluvione in zona rossa, ti do in appoggio Milano.

-          Ok lavoriamo su zone diverse se no, ci interferiamo

-          Il problema di questo albero è che se tagliamo i grossi rami che lo tengono sollevato da terra il resto del tronco potrebbe girare da non so quale parte.

-          Cominciate a ridurlo un po’ poi mando i mezzi.

-          Per il lavaggio, ci vorrebbe che almeno i mezzi dei volontari facessero attenzione a passare dove non è stato lavato se no continuiamo a lavare le stesse zone.

-          Adesso l’Unimog di Lumezzane ha finito di fare il trasporto terra e monta il modulo da 3000 litri e sarete più efficaci in due, cominciate dallo snodo via Traversara via Torri e poi per sera dobbiamo avere tutto il parcheggio partigiano lavato.

-          Certo che in due 25 ad alta pressione è tutta un’altra cosa.

-          Cavolo mi si è rotta la motopompa che alimenta l’alta pressione che ho sul Unimog, adesso come facciamo?

-          Senti, ti attacchi con una riduzione ad una delle uscite della botte e continuiamo in due, dovrò fare più riempimenti.

-          Ragazzi ho fatto una cazzata è arrivato un tizio che mi ha detto che i VV.F. non l’avrebbero fatto entrare in casa sua in zona rossa senza caschetto, lui non ce l’aveva e gli hanno detto di provare alla protezione civile (perché chissà cosa sono loro), insomma gli ho dato uno dei caschetti di scorta che abbiamo su 09 dicendo poi di riportarmelo. Mi sa che abbiamo perso un caschetto.

-          Ma quanti riempimenti stiamo facendo della botte? È che bisogna passare per forza dalla zona rossa sulla via dove stanno operando tutti i mezzi pesanti da cantiere per la ricostruzione dell’argine, se poi, come quello lì che distribuisce i pasti alla popolazione, si mette sull’altro lato della strada non passa più nessuno.

-          Non potresti metterti anche tu sul lato dei mezzi pesanti almeno si può passare e continuare a lavorare senza perdere troppo tempo.

-          C’hai ragione anche tu, ma noi siamo romagnoli non capiamo un cazzo, devi prenderci così, siamo mica efficienti come la Lombardia.

-          Abbiamo un po’ di fretta domani partiamo e volevamo terminare almeno quello cominciato.

-          Tieni un pacchetto di biscotti.

-          Ma no dai, dalli alla popolazione che stai assistendo

-          Scolta me, prendi un pacchetto di biscotti che fanno bene anche te.

-          Unimog Lumezzane ormai sono le 19,30 il piazzale è tutto pulito, puliamo anche i nostri mezzi e poi che si fa per la cena? Stasera non è coperta dobbiamo arrangiarci

-          Ci sono due cittadini che ci accompagnerebbero in una trattoria locale alla buona “romagnola autentica”

-          Cosa volete “ragazuoli”? Ho detto a mia figlia di venire a servivi lei che ci sono qui dei bei fusti ma si vergogna. Guardate però che dalla lista non mi è rimasto tutto.

-         
Bella serata, ora pernottamento con concerto di trombe, gallo dalle 4 e poi partenza per il rientro.