Ricordi belluschesi 15
Pedemontana una storia vecchia di cinquant’anni
La prima idea di una nuova infrastruttura autostradale in
senso orizzontale nel territorio lombardo risale al “progetto 80” un documento
di programmazione politico sociale elaborato con l’arrivo al governo in Italia
del centrosinistra, il documento è stato pubblicato nel 1969. Un progetto a
cui lavorarono importanti esponenti della cultura socialista come Giolitti e
Ruffolo ma che era vista con sospetto dalla componente centrista e
conservatrice perché suscitava allusioni ai piani quinquennali sovietici.
Questo documento si proponeva una serie di obiettivi per l’Italia da
raggiungere negli anni ’80 (una sorta di PNRR dell’epoca).
Uno degli obiettivi in campo urbanistico era quella di
spezzare la crescita “a macchia d’olio” dell’area urbana milanese che
continuava a crescere a dismisura (fenomeno che viene chiamato di conurbazione)
fino ad andare ad occupare tutta l’area cosiddetta “metropolitana” cioè
l’insieme del territorio che ha forti relazioni sociali ed economiche. C’erano
in quegli anni esperienze europee a cui la classe politica e intellettuale
italiana guardava con interesse, soprattutto l’idea delle “New Town” londinesi
o la crescita di Copenaghen che inglobava e manteneva ampi spazi agricoli. La
storia urbanistica lombarda metteva già sul piatto questa idea di una metropoli
policentrica, fatta cioè di centri urbani, sociali e produttivi abbastanza
forti ed autonomi per poter interagire con un ruolo paritario col centro di
tutto il motore, il modello poteva essere quello di Milano con i centri che
definiscono la dimensione metropolitana lombarda: le città di Varese, Como,
Lecco, Bergamo e Brescia. Storicamente lo sviluppo produttivo di quest’area era
già avvenuto lungo i fiumi (energia idraulica, non avevamo il carbone) Olona,
Seveso. Lambro, che, come del resto tutte le infrastrutture, facevano perno su
Milano, in parte anche l’Adda attraverso i canali. Sempre attraverso i canali
si può considerare anche nell’area metropolitana lombarda anche un pezzo di
Piemonte come il novarese; quindi, prendendola un po’ alla lunga nel “progetto
’80” si pensa di infrastrutturare con un nuovo collegamento autostradale dalla
Malpensa a Bergamo (Orio non era ancora una realtà che conosciamo oggi)
favorendo interazioni interne senza passare da Milano e con l’obiettivo di
frenare la crescita delle periferie milanesi. Questa idea della “città
policentrica” ha stimolato anche interventi privati, ahimè fallimentari come
l’idea di “Zingonia”, oppure interventi pubblici che hanno prodotto però
risultati diversi per cui erano stati pensati come il prolungamento della linea
verde della metropolitana a Gorgonzola che avrebbe dovuto ospitare il
trasferimento del Politecnico di Milano, la linea poi avrebbe dovuto proseguire
fino all’Adda tra Vaprio e Cassano dove sarebbe sorta una nuova città
(fortunatamente mai realizzata). Il fatto è che le città nel territorio
esistono già e secondo il piano andavano potenziate nei collegamenti
infrastrutturali che per quegli anni erano collegamenti su gomma.
Alla fine degli anni ’60 nasce l’idea di una “Autostrada
pedemontana” perché doveva collocarsi ai piedi delle colline lombarde collegando
Varese, Como, Lecco e Bergamo, andando a sostituire la “strada briantea”
esistente e ritenuta sottodimensionata.
La proposta ritorna nel Piano viabilità e trasporti della Regione
Lombardia nel 1985 con un primo abbassamento nell’attraversamento dell’Adda che
veniva fatto coincidere con il nuovo ponte di Paderno il cui concorso di idee
si era appena concluso. La Regione a presidenza Guzzetti introduce anche una
importante ipotesi di riordino ferroviario, ipotizzando una “Quadra delle merci”,
un ampio quadrilatero di linee ferroviarie a servizio della metropoli per spostare
una quota del trasporto merci dalla strada alle rotaie. Il progetto Pedemontana va avanti come
sappiamo quello ferroviario di competenza FS non troverà i finanziamenti neanche
per il progetto preliminare.
Il progetto pedemontana non troverà investitori convinti o
meglio gli investitori propongono un drastico abbassamento del tracciato a
ridosso della conurbazione nella ipotesi di intercettare l’elevato aumento di
traffico sul tratto urbano della A4 dalla barriera di Monza a Viale Certosa,
probabilmente il tratto più intasato della rete autostradale italiana, traffico
largamente generato dal trasporto merci.
Un passaggio cruciale è la “Legge obiettivo del 2001” con
cui si intendono accelerare la realizzazione delle opere pubbliche, nell’elenco
viene inserito la Pedemontana lombarda, in forza di questa legge non sono più
richiesti i pareri degli enti locali.
La realizzazione viene data in concessione alla Società
Autostrada Pedemontana S.p.A la concessione prevede il collegamento tra le autostrade
di Varese, Como, e Bergamo. Il progetto preliminare viene approvato dall’organi
di controllo governativo e prevede la realizzazione delle tangenziali di Varese
e di Como, un tracciato basso che raggiunge Bergamo collegandosi alla A4 all’altezza
di Brembate, il tratto da Vimercate a Brembate è individuato come Tratta D. Il
progetto definitivo arriva agli enti locali nel 2009 con ormai poche
possibilità di intervento. Riporto uno stralcio della delibera della Giunta
Comunale di Bellusco del 16 luglio 2009.
“Ad
unanimità di voti resi nelle forme di legge
DELIBERA
1. Di presentare, ai sensi dell’art. 166 del
D.Lgs. 163/2006, le seguenti osservazioni al progetto definitivo del
“Collegamento autostradale Dalmine Como Varese Valico del Gaggiolo ed opere ad
esso connesse – Tratta D (Vimercate – Osio Sotto)” denominato “Pedemontana”,
che si strutturano secondo tre problematiche:
- osservazione di carattere generale;
- osservazioni sugli aspetti giuridici e
procedurali
- osservazioni in merito al rispetto delle
prescrizioni del CIPE
a) OSSERVAZIONE DI CARATTERE GENERALE
Il
La contrarietà si base sulle
seguenti considerazioni.
L’autostrada “Pedemontana”
conserva solo nel nome la finalità per cui è stata ipotizzata negli anni
precedenti, il continuo abbassamento verso sud del tracciato ne hanno
profondamente mutato il ruolo e la funzione.
Se la funzione della Pedemontana
era quello di infrastrutturare adeguatamente il sistema metropolitano lombardo
di tipo policentrico, collegando in modo efficace le città di Varese, Como,
Lecco e Bergamo, il progetto definitivo è completamente diverso, sono rimasti
frammenti del progetto originario nelle tangenziali di Varese e Como,
completamente scollegate col resto dell’asse autostradale proposto.
Altro frammento della storia
dell’infrastruttura che è rimasto nel nome e si è perso nel progetto è il
termine dell’autostrada a Dalmine con relativo innesto alla A4, il progetto
infatti prevede tale raccordo, immediatamente al di là dell’Adda all’altezza di
Brembate.
Così modificato il progetto
assume una nuova e diversa connotazione, l’asse autostradale proposto si
configura come un elemento a servizio della conurbazione milanese costituendo
in realtà una nuova “Tangenziale Nord Esterna”.
Tenendo conto che la tratta D
non migliora le condizioni del traffico del territorio interessato ma contribuisce
senz’altro a peggiorarle, come dimostrato in appositi studi effettuati negli
scorsi anni e in possesso della Regione Lombardia; e che probabilmente la
tratta D risulta finanziariamente problematica rispetto ai flussi di traffico
intercettabili, tanto da prevedere degli “interventi di carattere insediativi e
territoriale, definiti e attuati nell’ambito dell’accordo di programma di cui
all’art. 9, al servizio degli utenti delle infrastrutture medesime ovvero a
servizio delle funzioni e delle attività del territorio, i cui margini
operativi di gestione possono contribuire all’abbattimento del costo dell’esposizione finanziaria dell’iniziativa complessiva, “(comma 3 dell’Art. 10 della L.R. n.15 del 26
maggio 2008), dispositivo che sembra perfettamente calzante con il progetto
definitivo di inserire una serie di funzioni complesse su un'area che interessa
la parte nord del
Per chiarire l’ultimo passaggio
va detto che tra Ruginello e San Nazzaro era stato inserito un’area di servizio
molto grande con anche un albergo. In tutti questi anni il progetto non è mai
decollato per mancanza di investimenti private, le tratte realizzate sono state
tutte finanziate con soldi pubblici.
E siamo arrivati all’ultima
proposta, quella di accorciare la Tratta D innestandosi sulla A4 ad Agrate
tanto da rispettare la Concessione che prevede il collegamento da Varese a
Bergamo, un po’ tortuoso ma sulla carta c’è. Purtroppo, a volte, la serietà e la
dignità spesso non fanno parte dell’agire amministrativo.
Sta di fatto che questa struttura non è più “pedemontana” ma un ulteriore anello della crescita della conurbazione milanese a “macchia d’olio”, proprio il contrario di quello che si auspicava all’origine del ragionamento.
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