Ricordi belluschesi 1
La via Bergamo a Bellusco negli anni '60
Agli inizi degli anni Sessanta la via Bergamo era ancora
molto disabitata, partendo dalla via Roma e uscendo dal paese c’erano già sulla
sinistra la villa Gatti, quella della farmacia, e quella dopo detta dei Cagnola.
La villa Carozzi che era già suddivisa in appartamenti, la cascina “bergamina”
ora scomparsa, l’officina di “Guido fere” ora trasformata in palestra, il
cortile della “furnas” toponimo che richiama una preesistente fornace, la casa
dei Brambilla con la carrozzeria e la concessionaria Volkswaghen e poi un
nucleo intorno alla cascina Bellana che era l’ultima casa del paese. Sulla
destra il condominio d’angolo con la via Suardo è stato terminato nel ’63,
prima c’era un giardino e frutteto con una recinzione che non impediva ai
ragazzi di scavalcare per “rubare” un po’ di frutta, un paio di fabbricati più
o meno di fronte alla farmacia e poi più nulla fino al nucleo di fronte alla
“furnas” attiguo alla Lei Tsu un ulteriore edificio vicino e poi più nulla. I
condomini che troviamo ora sulla destra sono stati realizzati nella seconda
metà degli anni ’60. Non esisteva Corso Alpi.
La via non aveva i marciapiedi ma fossi laterali scolmatori,
con paracarri in granito grandi quanto un bambino di 5-6 anni, i ragazzi un po’
più grandi riuscivano ad andarci a cavalcioni. Sul lato nord lungo la
recinzione Gatti, fino alla villa Carozzi esisteva un terrapieno piuttosto alto
su cui da bambini si giocava e ci si rincorreva. La scarsa luminosità ci
permetteva nelle sere di maggio, dopo l’uscita della chiesa per la recita del
rosario, di andare a caccia delle lucciole, in alternativa al gioco dei quattro
cantoni con le colonne del pronao della chiesa. Il rientro a casa comprendeva
la ramanzina perché si era fatto tardi e perché si era tutti sudati.
Al posto della via Pascoli c’era un sentiero immerso in un
boschetto di robinie in cui d’estate da ragazzi si costruivano le mitiche
capanne, nella zona con ragazzi un po’ più grandi e con notevoli abilità
manuali si costruivano capanne complesse e anche sopraelevate. Il nostro
terrore era “Batiston” un burbero contadino, imponente come un armadio,
cacciatore che girava spesso in bicicletta con il fucile in spalla e il cane al
guinzaglio della bicicletta, abitava nella cascina bergamina e se ci scopriva a
fare le capanne ci sgridava e minacciava, per cui quando si era nelle capanne
era necessario un servizio di guardia che avvisasse “arriva Batiston via tutti”.
Non esisteva neanche la via Papa Giovanni, ma un sentiero
che continuava nel boschetto di robinie, esisteva però la via Verdi che si
concludeva con la casa del maestro Accordino, dove ora c’è l’autoscuola
Dossena, penso che anche questa casa sia stata costruita in quegli anni, il
sentiero poi piegava in quella che ora è la via Bellini e poi andava verso
Camuzzago. Il maestro Accordino oltre che insegnante nella scuola elementare ha
svolto per qualche anno il ruolo di direttore didattico.
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